Al mio paese direbbero: "Cattu Via"
venerdì 27 luglio 2007
martedì 24 luglio 2007
Morte di Giovanni Nuvoli. Intervento di Marco Cappato
di Marco Cappato*
Giovanni Nuvoli è morto sotto sedazione dopo otto giorni di sospensione di cibo e acqua, due dei quali passati pienamente vigile e capace di intendere e di volere. Aveva accanto la moglie Maddalena costretta a vegliare il corpo già inerte del marito in attesa che si prosciugasse e morisse nella clandestinità a lei e a noi imposta.
Giovanni Nuvoli è morto in un modo indegno - come nemmeno un animale si tollererebbe morisse – per scelta obbligata dallo Stato italiano. Quando il medico anestesista radicale dell'Associazione Luca Coscioni, Tommaso Ciacca, su richiesta reiterata di Nuvoli, e dopo diverse visite di specialisti, si è recato a casa di Giovanni per praticare il distacco del respiratore sotto sedazione è stato fermato dalle forze dell'ordine su decisione della Procura e del Tribunale di Sassari.
L'Italia dei fautori della “buona tortura” contro la “buona morte” ha applaudito dal giornale della Conferenza Episcopale Italiana fino alla stampa locale sarda.
Una settimana dopo aver fermato Ciacca, quegli stessi “tutori della legge” si sono dovuti arrendere al coraggio e alla forza di un uomo che aveva già sofferto oltre quanto umanamente sopportabile e che perciò ha deciso di interrompere – fino alle estreme conseguenze - l'assunzione di cibo e di acqua. Invece di inchinarsi alla libera scelta di Nuvoli, come chiedono la Costituzione e il rispetto umano, consentendo al suo medico di intervenire con tutte le cautele e la “pietà” della scienza, lo Stato ha deciso che fosse meglio (eticamente? legalmente?) lasciarlo morire un po' alla volta.
Tutti d'accordo: “giustizia” (quale?), forze dell'ordine (quali?), Sanità (quale?) e, sicuramente, parte del sistema dell'informazione (che aveva definito lo stesso Ciacca il “dottor morte”).
Seguendo la volontà di Nuvoli abbiamo in questi giorni accettato anche noi, come la moglie e chi lo amava, la consegna del silenzio. Abbiamo obbedito a Giovanni che ha accettato alcuni giorni di aggravamento clandestino della sua tortura come prezzo da pagare per non andare incontro a mesi, o anni, di ulteriore violenza e sequestro del proprio corpo. Ora Giovanni riposa in pace. Ma questo “prezzo” di infame violenza è responsabilità dello Stato italiano, delle azioni e omissioni di molti
di questi giorni e mesi.
La lunga vicenda giudiziaria del caso Welby (poi invece conclusasi il 23 luglio col proscioglimento del dott. Mario Riccio perché il fatto non costituisce reato), è stata determinante per creare sufficiente paura e diserzione dagli obblighi professionali nei confronti di Giovanni Nuvoli: notai che non gli hanno riconosciuto la volontà o medici che hanno abbandonato il collegio costituito attorno al loro collega Ciacca. Grazie a Piergiorgio e Giovanni siamo oggi ancora più convinti di dover continuare la nostra lotta per impedire che troppi altri debbano subire torture e trattamenti disumani.
*Segretario Associazione Coscioni, Eurodeputato radicale
Data: 24 Luglio, 2007 - 00:00
Link Originale
Intervista a Felice Mapelli su rifiuto funerali religiosi a Welby
Giovanni Nuvoli è morto sotto sedazione dopo otto giorni di sospensione di cibo e acqua, due dei quali passati pienamente vigile e capace di intendere e di volere. Aveva accanto la moglie Maddalena costretta a vegliare il corpo già inerte del marito in attesa che si prosciugasse e morisse nella clandestinità a lei e a noi imposta.
Giovanni Nuvoli è morto in un modo indegno - come nemmeno un animale si tollererebbe morisse – per scelta obbligata dallo Stato italiano. Quando il medico anestesista radicale dell'Associazione Luca Coscioni, Tommaso Ciacca, su richiesta reiterata di Nuvoli, e dopo diverse visite di specialisti, si è recato a casa di Giovanni per praticare il distacco del respiratore sotto sedazione è stato fermato dalle forze dell'ordine su decisione della Procura e del Tribunale di Sassari.
L'Italia dei fautori della “buona tortura” contro la “buona morte” ha applaudito dal giornale della Conferenza Episcopale Italiana fino alla stampa locale sarda.
Una settimana dopo aver fermato Ciacca, quegli stessi “tutori della legge” si sono dovuti arrendere al coraggio e alla forza di un uomo che aveva già sofferto oltre quanto umanamente sopportabile e che perciò ha deciso di interrompere – fino alle estreme conseguenze - l'assunzione di cibo e di acqua. Invece di inchinarsi alla libera scelta di Nuvoli, come chiedono la Costituzione e il rispetto umano, consentendo al suo medico di intervenire con tutte le cautele e la “pietà” della scienza, lo Stato ha deciso che fosse meglio (eticamente? legalmente?) lasciarlo morire un po' alla volta.
Tutti d'accordo: “giustizia” (quale?), forze dell'ordine (quali?), Sanità (quale?) e, sicuramente, parte del sistema dell'informazione (che aveva definito lo stesso Ciacca il “dottor morte”).
Seguendo la volontà di Nuvoli abbiamo in questi giorni accettato anche noi, come la moglie e chi lo amava, la consegna del silenzio. Abbiamo obbedito a Giovanni che ha accettato alcuni giorni di aggravamento clandestino della sua tortura come prezzo da pagare per non andare incontro a mesi, o anni, di ulteriore violenza e sequestro del proprio corpo. Ora Giovanni riposa in pace. Ma questo “prezzo” di infame violenza è responsabilità dello Stato italiano, delle azioni e omissioni di molti
di questi giorni e mesi.
La lunga vicenda giudiziaria del caso Welby (poi invece conclusasi il 23 luglio col proscioglimento del dott. Mario Riccio perché il fatto non costituisce reato), è stata determinante per creare sufficiente paura e diserzione dagli obblighi professionali nei confronti di Giovanni Nuvoli: notai che non gli hanno riconosciuto la volontà o medici che hanno abbandonato il collegio costituito attorno al loro collega Ciacca. Grazie a Piergiorgio e Giovanni siamo oggi ancora più convinti di dover continuare la nostra lotta per impedire che troppi altri debbano subire torture e trattamenti disumani.
*Segretario Associazione Coscioni, Eurodeputato radicale
Data: 24 Luglio, 2007 - 00:00
Link Originale
Intervista a Felice Mapelli su rifiuto funerali religiosi a Welby
lunedì 23 luglio 2007
Video: Ecomaratona Del Chianti
Il 21 ottobre si corre la prima Ecomaratona del Chianti, sarebbe mia intenzione esserci come passaggio per arrivare alla maratona invernale (Milano o Reggio Emilia), dove tenterò di ritoccare il personale sulla distanza
venerdì 20 luglio 2007
giovedì 19 luglio 2007
mercoledì 18 luglio 2007
I re della lambada
I "Re della Lambada", quale definizione più azzeccata?
Che spirito, che simpatia, che forma fisica bisogna dire
martedì 17 luglio 2007
L'altro Tour
Il progetto.
Questa iniziativa nasce da una frase pronunciata dal campione del mondo di ciclismo Tom Boonen l'anno scorso dopo la prima tappa pirenaica del Tour : ”Oggi una persona normale sarebbe finita in ospedale”. Il giorno dopo, stremato, si ritirò.
Il giornalista francese Guillaume Prebois è stato colpito da questa constatazione. Lui presume che certe prestazioni viste sulle strade dei grandi "giri" non sono possibili se il ciclista non scende a patti con la chimica e la farmaceutica. Mi ha chiamato ed insieme ci prefiggiamo di correre sul percorso del Tour de France, anticipando di un giorno la carovana ufficiale, accompagnati da un'equipe medica dell’Agenzia francese di lotta al doping, l’Afld, che rileverà le nostre prestazioni e verificherà come sale e scende il livello dell’ematocrito, come varia la pressione e il battito cardiaco nel corso delle tappe, l'evoluzione della nostra condizione fisica. Sono gli stessi medici che hanno trovato positivo al doping Landis, vincitore del Tour 2006.
Unica deroga concessa: una borraccia contenente un gel fatto di pappa reale, polline e miele. E un piccolo lusso per Guillame (35 anni) e Fabio (46 anni): su un camper ci seguirà un cuoco italiano, perchè i francesi non sanno cucinare la pasta!
I siti per saperne di più...
* http://www.lautretour.com
* http://laltrotour.blogspot.com/
* http://http://www.fabiobiasiolo.it
* http://www.raceacrossamerica.org
Questa iniziativa nasce da una frase pronunciata dal campione del mondo di ciclismo Tom Boonen l'anno scorso dopo la prima tappa pirenaica del Tour : ”Oggi una persona normale sarebbe finita in ospedale”. Il giorno dopo, stremato, si ritirò.
Il giornalista francese Guillaume Prebois è stato colpito da questa constatazione. Lui presume che certe prestazioni viste sulle strade dei grandi "giri" non sono possibili se il ciclista non scende a patti con la chimica e la farmaceutica. Mi ha chiamato ed insieme ci prefiggiamo di correre sul percorso del Tour de France, anticipando di un giorno la carovana ufficiale, accompagnati da un'equipe medica dell’Agenzia francese di lotta al doping, l’Afld, che rileverà le nostre prestazioni e verificherà come sale e scende il livello dell’ematocrito, come varia la pressione e il battito cardiaco nel corso delle tappe, l'evoluzione della nostra condizione fisica. Sono gli stessi medici che hanno trovato positivo al doping Landis, vincitore del Tour 2006.
Unica deroga concessa: una borraccia contenente un gel fatto di pappa reale, polline e miele. E un piccolo lusso per Guillame (35 anni) e Fabio (46 anni): su un camper ci seguirà un cuoco italiano, perchè i francesi non sanno cucinare la pasta!
I siti per saperne di più...
* http://www.lautretour.com
* http://laltrotour.blogspot.com/
* http://http://www.fabiobiasiolo.it
* http://www.raceacrossamerica.org
lunedì 16 luglio 2007
venerdì 13 luglio 2007
giovedì 12 luglio 2007
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lunedì 9 luglio 2007
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mercoledì 4 luglio 2007
martedì 3 luglio 2007
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