di Marco Cappato*
Giovanni Nuvoli è morto sotto sedazione dopo otto giorni di sospensione di cibo e acqua, due dei quali passati pienamente vigile e capace di intendere e di volere. Aveva accanto la moglie Maddalena costretta a vegliare il corpo già inerte del marito in attesa che si prosciugasse e morisse nella clandestinità a lei e a noi imposta.
Giovanni Nuvoli è morto in un modo indegno - come nemmeno un animale si tollererebbe morisse – per scelta obbligata dallo Stato italiano. Quando il medico anestesista radicale dell'Associazione Luca Coscioni, Tommaso Ciacca, su richiesta reiterata di Nuvoli, e dopo diverse visite di specialisti, si è recato a casa di Giovanni per praticare il distacco del respiratore sotto sedazione è stato fermato dalle forze dell'ordine su decisione della Procura e del Tribunale di Sassari.
L'Italia dei fautori della “buona tortura” contro la “buona morte” ha applaudito dal giornale della Conferenza Episcopale Italiana fino alla stampa locale sarda.
Una settimana dopo aver fermato Ciacca, quegli stessi “tutori della legge” si sono dovuti arrendere al coraggio e alla forza di un uomo che aveva già sofferto oltre quanto umanamente sopportabile e che perciò ha deciso di interrompere – fino alle estreme conseguenze - l'assunzione di cibo e di acqua. Invece di inchinarsi alla libera scelta di Nuvoli, come chiedono la Costituzione e il rispetto umano, consentendo al suo medico di intervenire con tutte le cautele e la “pietà” della scienza, lo Stato ha deciso che fosse meglio (eticamente? legalmente?) lasciarlo morire un po' alla volta.
Tutti d'accordo: “giustizia” (quale?), forze dell'ordine (quali?), Sanità (quale?) e, sicuramente, parte del sistema dell'informazione (che aveva definito lo stesso Ciacca il “dottor morte”).
Seguendo la volontà di Nuvoli abbiamo in questi giorni accettato anche noi, come la moglie e chi lo amava, la consegna del silenzio. Abbiamo obbedito a Giovanni che ha accettato alcuni giorni di aggravamento clandestino della sua tortura come prezzo da pagare per non andare incontro a mesi, o anni, di ulteriore violenza e sequestro del proprio corpo. Ora Giovanni riposa in pace. Ma questo “prezzo” di infame violenza è responsabilità dello Stato italiano, delle azioni e omissioni di molti
di questi giorni e mesi.
La lunga vicenda giudiziaria del caso Welby (poi invece conclusasi il 23 luglio col proscioglimento del dott. Mario Riccio perché il fatto non costituisce reato), è stata determinante per creare sufficiente paura e diserzione dagli obblighi professionali nei confronti di Giovanni Nuvoli: notai che non gli hanno riconosciuto la volontà o medici che hanno abbandonato il collegio costituito attorno al loro collega Ciacca. Grazie a Piergiorgio e Giovanni siamo oggi ancora più convinti di dover continuare la nostra lotta per impedire che troppi altri debbano subire torture e trattamenti disumani.
*Segretario Associazione Coscioni, Eurodeputato radicale
Data: 24 Luglio, 2007 - 00:00
Link Originale
Intervista a Felice Mapelli su rifiuto funerali religiosi a Welby
martedì 24 luglio 2007
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